Diamanti: come riconoscerli senza essere degli esperti

I migliori amici delle donne… così definiva i diamanti la mitica Marilyn Monroe nell’indimenticabile “Agli uomini piacciono le bionde. Indimenticabile successo degli anni cinquanta. “Diamonds are a girl’s best friend” fu poi ripreso e reinterpretato più volte negli anni a seguire. Anche da star del calibro di Madonna, Beyoncé, Cristina Aguilera! Considerando che il brano in sé non è un gran che, viene da chiedersi la ragione di tanto successo!
che I DIAMANTI Siano DAVVERO I MIGLIORI AMICI DELLE DONNE?
Sicuramente sono le pietre più amate e ambite da noi donne. E, in particolare uno: il solitario. Il diamante per eccellenza! L’anello che, per tradizione, sigilla ogni fidanzamento. In oro bianco e con un bel diamante montato al centro. Sin dall’antichità si ritiene che ogni pietra, oltre alla bellezza, possieda virtù e proprietà magiche. I diamanti sono da sempre il simbolo della positività, resistenza, purezza, passione, e soprattutto, di eternità.
Diamanti: quello che c’è da sapere
I Diamanti sono reticoli di atomi di carbonio con una struttura cristallina estremamente compatta. La maggior parte delle pietre estratte non sono abbastanza trasparenti ed incolori per un loro uso in gioielleria. In questo caso, per via dell’eccezionale durezza vengono impiegati a livello industriale. Sono ottimi strumenti di perforazione, di taglio e di molatura di qualsiasi tipo di materiale.
Esistono diamanti di tutti i colori. Tuttavia, la maggior parte di quelli impiegati in gioielleria, sono incolori. I diamanti possono essere giallo, rosso, verde, arancione, blu, viola, nero, marroni o grigi. I diamanti colorati sono denominati Fancy e rappresentano lo 0,01% dei diamanti qualità gemma. La loro colorazione è dovuta alla presenza all’interno della loro struttura di atomi di altre sostanze, come l’azoto (giallo), il boro (blu) che ne alterano il colore. I diamanti Fancy, quelli dalle colorazioni molto satura, sono molto rari ed hanno, pertanto, un grande valore.
Come si riconosce un diamante
L’errore più comune, in fatto di diamanti, è pensare che diamanti e brillanti siano due pietre distinte. In realtà, la pietra è il diamante mentre il termine brillante indica il tipo di taglio. Un taglio, tra l’altro, utilizzato su ogni tipo di gemma, non solo sui diamanti. Riconoscere il valore di un diamante non è cosa facile. Ci sono, tuttavia, alcune caratteristiche che ci potranno aiutare ad effettuare acquisti non proprio sprovveduti. Parlo della regola delle 4C, cosiddetta dall’acronimo delle iniziali, in lingua inglese, delle 4 caratteristiche principali con cui vengono classificati i diamanti.
- Carat (Peso in Carati)
- Clarity (Purezza)
- Cut (Taglio)
- Colour (Colore)
Carato, taglio e colore
Carat – Indica il peso espresso in carati. Il carato del diamante equivale ad un quinto di grammo ed è indicato con la lettera C. La caratura ne determina il prezzo, stabilito da listini ufficiali, che classificano le pietre in fasce di prezzo individuate per grandezza, colore e purezza delle gemme.
Cut – Il taglio è la caratteristica che determina la brillantezza e il “fuoco” della pietra. Vale a dire la varietà e l’intensità dei colori dell’iride che riflette quando è colpita dalla luce. Il taglio a brillante è il taglio ideale per esaltare al massimo entrambe le caratteristiche. È un taglio che, tuttavia, comporta una grande perdita di peso della pietra. I diamanti taglio brillante sono, infatti, tra i più costosi. Può essere realizzato in varie forme diverse: ovale, a goccia, a cuore… In genere si preferisce il taglio rotondo con 57 faccette più l’apice.
Colour – Il colore di un diamante viene determinato confrontando la pietra, in condizioni di luce stabilite da convenzioni internazionali, a delle pietre selezionate, dette di paragone o Master Stones. Si va dal bianco al giallo, passando dal massimo del bianco al massimo del giallo. Ciascuna tonalità è associata ad una lettera. Si inizia dalla D e si arriva alla lettera Z. Qualche esempio ci chiarirà le idee. D indica un bianco eccezionale superiore, tipico delle pietre di alta gioielleria. Le colorazioni più frequenti sono invece la G e la H, che indicano un bianco extra, e denotano gioielli di ottima qualità. La I , che indica invece un bianco leggermente sfumato, è utilizzata per gioielli commerciali più economici.
La purezza dei diamanti
Anche per quanto riguarda la purezza si fa riferimento a delle classificazioni standard che ne determinano il valore. Clarity – Indica la presenza o meno di impurità all’interno della pietra. Delle loro dimensioni, del loro numero e della loro visibilità ad occhio nudo. L’esame è effettuato con lenti a 10 ingrandimenti e il risultato è espresso con specifiche sigle, facendo riferimento ad una scala di purezza ufficiale.
- IF – Indica il massimo della purezza
- VVSI1 e VVSI2 – Indicano un altissimo grado di purezza con imperfezioni difficilmente percettibili con la lente e impossibili da vedere ad occhio nudo.
- VSI1 e VSI2 – Indicano un grado di purezza medio con inclusioni difficili da vedere ad occhio nudo ma individuabili con una lente. E’ il grado di purezza più utilizzato nella medio/alta gioielleria.
- SI1 e SI2 – Indicano la presenza di inclusioni, piccole ma facilmente visibili anche ad occhio nudo. Utilizzato generalmente per gioielli di medio-bassa qualità.
- P1 -P2 e P3 – Indicano un grado di purezza molto scarsa. I diamanti hanno inclusioni importanti visibili anche ad occhio nudo. Impurità che rendono i gioielli di questa categoria estremamente economici.