Intolleranza al lattosio: i segnali da non sottovalutare

Il latte è un alimento ricco di sostanze nutritive. In Italia, tuttavia, sempre più persone manifestano delle difficoltà a digerirlo. L’incapacità del nostro organismo a digerire il latte è provocata da una carenza enzimatica conosciuta come “intolleranza al lattosio”.
Il lattosio è uno zucchero complesso contenuto nel latte e nei suoi derivati
Per essere assimilato dal nostro organismo, il lattosio deve essere scomposto in zuccheri più semplici per mezzo della lattasi. La lattasi è un enzima che viene naturalmente prodotto dall’organismo, nelle fasi iniziali della nostra vita. Idrolizzando il lattosio in glucosio e galattosio, la lattasi lo rende assimilabile dall’organismo, evitandone l’accumulo intestinale.
Intolleranza al lattosio: genetica o fisiologica?
La carenza di lattasi, in alcuni rari casi, può avere origini genetiche. È una forma di intolleranza definita primaria e determinata dalla totale assenza di lattasi e, quindi, dalla totale incapacità di digerire il lattosio. Più frequentemente, invece, la ridotta produzione di lattasi è legata all’età dell’individuo. Nei mammiferi, infatti, tende a regredire dopo lo svezzamento, quando il latte non è più l’alimento primario. Ciò determina, pertanto, un’intolleranza fisiologica o secondaria. Tuttavia, l’abitudine a consumare, con un certa frequenza, latte e latticini, sembra sia in grado di favorire il perdurare della produzione della lattasi nell’individuo. Diversi studi hanno evidenziato, infatti, che le zone con il più alto indice di intolleranza al lattosio sono proprio quelli dove si beve meno latte.
Come riconoscere l’intolleranza al lattosio
I disturbi più importanti provocati dall’intolleranza al lattosio sono causati dalla permanenza del lattosio non digerito nell’intestino. Questo causa gonfiore, meteorismo, crampi e diarrea. Sintomi che, in genere, compaiono entro brevissimo tempo dall’assunzione del lattosio. Spesso, molti dei soggetti che ne soffrono, tendono ad collegarli ad altre fattori scatenanti. Stanchezza, stress, colite. Invece, è proprio il sincronismo tra l’assunzione di lattosio e la comparsa dei sintomi a dover far scattare il campanello d’allarme riguardo una possibile intolleranza. Soprattutto se, eliminati gli alimenti a base di lattosio, i sintomi scompaiono.
Diagnosi e trattamento dell’intolleranza al lattosio
Per una diagnosi sicura meglio ricorrere ad accertamenti diagnostici. Il più affidabile e diffuso è il “Breath test” o test del respiro, che misura, dopo l’assunzione di lattosio, i gas prodotti dalla fermentazione dei batteri colici presenti nel respiro. Nei bambini più piccoli si procede, invece, alla misurazione del Ph delle feci. L’eventuale presenza di sostanze acide prodotte dai batteri intestinali lo renderanno più basso. Il modo più efficace per combattere l’intolleranza al lattosio è l’eliminazione dalla nostra dieta di tutte le sostanze che lo contengono. In alternativa, possiamo ricorrere all’assunzione di sostituti enzimatici da assumere prima dell’ingestione di sostanze a base di lattosio.